“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si ha mangiato bene.” Diceva Virginia Woolf. È una sacrosanta verità. Se poi il mangiare bene avviene in un luogo magico, bucolico e decisamente “cozy”, l’idillio è presto compiuto. Stiamo parlando dell’Antica Osteria La Rampina.
Il luogo visto da fuori colpisce immediatamente. È un grosso cascinale giallo, situato su via Emilia, nel comune di San Giuliano Milanese, a Sud di Milano. Lo riconoscerete soprattutto andandoci in primavera perché all’ingresso c’è ancora oggi un bellissimo glicine di circa 300 anni. Immenso e stupefacente. Ma è solo entrando che vi innamorerete di questo posto. E capirete perché i fratelli Gagliardi dal lontano 1973 da qui non se ne sono più voluti andare.
C’è la sala più piccola, intima e accogliente con il mastodontico e fuligginoso ma romanticissimo camino del ‘500 e la sala più grande e luminosa che si affaccia sulla corte interna, le cui pareti sono color glicine e dove i fiori sono elemento centrale dell’arredo. E poi, all’esterno, c’è il nuovo spazio con mattoni e travi a vista che i Gagliardi hanno deciso di dedicare alle cerimonie come matrimoni o alle feste dove sia prevista musica con un palco.
Il mondo corre e la storia continua a cambiare. Ecco perché in questa sala è possibile oggi fare anche degli apertivi tematici, molto lontani dal concetto di happy hour a basso costo, molto più vicini al concetto delle merende di una volta, con mondeghili, salumi, risotti o torte salate. La Rampina è uno dei luoghi più storici a Milano: era conosciuta fin dal ‘500 come una posta, l’ultimo luogo di ristoro prima di arrivare in città. All’inizio del secolo scorso si vendevano i biglietti degli autobus e i tabacchi. Si mangiavano polpette, piatti semplici e si beveva vino sfuso. Con gli anni i due fratelli Lino e Angelo (quest’ultimo prematuramente scomparso tre anni fa) ne hanno fatto un luogo gourmet arrivando anche a prendere l’ambìto premio della Stella Michelin.
Lino sempre nelle retrovie della cucina. Angelo a fare gli onori di casa in sala. Un sodalizio perfetto il loro. Oggi Lino è affiancato in cucina dal giovane figlio Luca Gagliardi (con un importante trascorso in un ristorante stellato di Strasburgo) che, con il supporto della famiglia, ha recentemente intrapreso una svolta nella gestione e nella filosofia di cucina del locale, artefice di uno stile gastronomico più aperto all’innovazione e alla sperimentazione creativa, che non tradisce mai il legame con la tradizione lombarda. Tranquilli, l’ossobuco alla milanese, servito con risotto allo zafferano, non mancherà mai nella carta, per non tradire quelli che, come Maestro Gualtiero Marchesi che qui è di casa, hanno sempre considerato La Rampina la base operativa della “Confraternita dell’ossobuco alla Milanese”.
Di Angelo troviamo l’eredità forte e chiara nell’immensa cantina di vino del ristorante: circa 10.000 bottiglie, alcune anche rare. I winelover più incalliti avranno di che divertirsi e potranno chiedere di scendere in cantina per scegliere la bottiglia che pensavano ormai introvabile! Provatelo, e non potrete più farne a meno!
Photo credit: Paolo Picciotto.