Ah se queste mura potessero parlare… quante ne avrebbero da raccontare! Siamo al civico 20 di via Gaetano de Castillia, proprio di fronte ai famosi, alti e scenografici palazzi che formano il Bosco Verticale. Proprio qui ha aperto da poco più di anno il Cafè Gorille. Un locale, ironia della sorte, che si sviluppa in lungo, in orizzontale. E che vibra. Parla. Sembra ti voglia raccontare qualcosa non appena ti accoglie e… ognuno di noi può sentire qualcosa di diverso!
Emanuele Coronini, socio del locale insieme a Paola Andreoni e che, con la compagna francese Catherine gestisce il locale, un giorno mi ha raccontato cosa esisteva qui, tra queste mura. Ho scoperto così l’anima alternativa che ancora oggi sembra risuonare e in qualche modo raccontare qualcosa: associazione per gay e lesbiche negli anni ’80, locale Arci, associazione culturale dove promuovere arte e musica, spazio per mostre. Insomma, un luogo che dal lontano fine ‘800, da quando cioè è stato costruito, ha accolto, raccontato e diffuso un verbo.
Oggi si parla di internazionalità e semplicità: con un bistrot aperto dalla mattina alla sera dove deliziare le proprie papille gustative, poter incontrare amici, oppure lavorare grazie al wifi gratuito direi che i titolari hanno colto nel segno. Il lusso dei prodotti di alta qualità, attentamente selezionati e lavorati in maniera perfetta dalla cucina, si affianca alla semplicità delle cotture. Lo chef – con esperienza nientepopodimeno che al Noma di Copenaghen – elabora piatti di tradizione italiana con profumi e ispirazioni internazionali. Tanti spunti francesi: insalate con formaggio roquefort, fois gras, salmone affumicato (questi ultimi due fatti in casa, così come tutti i prodotti da forno), utilizzo di spezie e aromi, germogli e radici. Si mangia dalla mattina alla sera: colazione con torte home made, lunch a prezzo fisso, aperitivo rigorosamente senza buffet e cena.
Il weekend – sia sabato che domenica – è dedicato al brunch. Con proposte anche vegane e vegetariane. La carta del menù è piccola ma molto curata così come quella dei vini, che per me, come ormai saprete, è sempre importantissima. Anche i cocktail sono eseguiti a regola d’arte, la selezione di Gin è particolarmente ricca e di alto profilo. Lele è molto accogliente e sempre con il sorriso mentre Catherine dolcissima ed elegante. I ragazzi in sala veloci e attenti.
Potrete scegliere se accomodarvi nella prima saletta oppure proseguire il viaggio all’interno del locale e accomodarvi al tavolo social che si affaccia sul giardino interno. L’arredo è un mix perfetto di design moderno (bellissime le lampade con struttura in carbonio sui tavoli) e dettagli retrò: dalle ceramiche ai mattoni a vista. Mattoni tra i quali troverete incastonati centinaia di Gorilla sotto forma di bigliettini da visita… e rivisitando la canzone di De Andrè mi vien da dire “Attenti al Gorilla! Considerato un grandioso fusto, da chi l’ha provato assai brilla, sia per spirito che per gusto”.
Photo credit: Andrea Donetti