La GAM, Galleria d’Arte Moderna in via Palestro 16, è esattamente ciò che ti aspetti: un’affascinante villa di fine ‘700 con alti soffitti affrescati, statue classiche sulle balaustre e grandi finestrature che corrono in facciata.
Ciò che invece non ti aspetti è un meraviglioso parco tutt’attorno: un giardino all’inglese, il primo a Milano, dove una ricca vegetazione lascia affiorare antiche rovine e un laghetto, mai interamente visibile, che regala suggestive visioni al visitatore. Con la bella stagione il giardino è molto frequentato: si incontrano giovani distesi sull’erba a prendere il sole, famiglie con passeggini, anziane coppie alla ricerca di un riparo dal sole.
Una storia travagliata quella di Villa Belgiojoso, così anticamente chiamata, capolavoro del Neoclassicismo milanese: progettata da Leopoldo Pollock tra il 1790-1796 per il Conte L. di Belgiojoso, passa per un periodo nelle mani dei francesi, fino a divenire nel 1921 sede delle raccolte milanesi d’Arte Moderna.
La villa è di una bellezza classica e rigorosa: un ciclo di bassorilievi di carattere mitologico realizzati da G. Parini, ritma la facciata mentre trenta statue di divinità classiche svettano sulle balaustre dell’attico. Un impianto a tre piani, con le due ali più basse a creare una corte d’onore (l’ingresso alla Galleria): elegante e ricca di decorazioni sia in facciata, sia all’interno. Se il pian terreno risulta più sobrio, il primo piano ha un impianto decorativo, realizzato in periodo napoleonico, molto sfarzoso: nella sala da ballo e nella sala da pranzo troviamo porte scolpite, camini sormontati da specchiere, lampadari di cristallo e pareti cariche di elementi ornamentali bianchi e dorati che segnano la svolta verso il gusto enfatico del Neoclassicismo napoleonico.
Proprio al pian terreno della villa è possibile visitare, fino al 4 settembre 2016, la mostra “Sei stanze, una storia ottocentesca”, un percorso dedicato alle opere pittoriche inedite provenienti dalle Collezioni del Museo. Sei stanze accompagnano il visitatore alla scoperta delle raccolte d’arte e della loro formazione attraverso 62 capolavori mai esposti prima d’ora in un percorso di opere conservate nei depositi della Galleria d’Arte Moderna che vede come protagonisti Francesco Hayez, Vittore Grubicy de Dragon, Domenico e Gerolamo Induno, Mosè Bianchi, Filippo Carcano, Gaetano Previati e altri.
È a questa storia che l’esposizione intende dare testimonianza attraverso la ricchezza di un patrimonio nascosto e dei suoi nuclei più significativi tanto dal punto di vista artistico, quanto dei legami con le vicende della città, della sua evoluzione culturale e sociale. L’esposizione si articola in sei sezioni che indagano i temi più cari alla ricerca figurativa ottocentesca quali il Ritratto, la Veduta e il Paesaggio, la Scena di genere, la Natura morta, e infine un approfondimento dedicato alle correnti artistiche del Realismo e del Simbolismo.
La GAM rappresenta un capolavoro dell’architettura: è un’immersione nella bellezza classica, visitando la villa si respira storia, arte e cultura. Rimane un punto fermo di una Milano che cambia, si evolve, cambia scenari e modifica quartieri.