La giornata è stata dura, intensa e pungolante. Le famigerate gatte da pelare vi hanno seguito tutto il giorno. I vostri amici sembrano aver subito la stessa sorte – quasi per osmosi – e latitano. Il vostro lui o lei non è stato premuroso e vi ha fatto innervosire. E’ tardi e state frettolosamente correndo a casa combattendo contro l’orologio e l’ora di chiusura del supermercato dove dovete assolutamente procacciarvi la cena dato che il vostro frigorifero è talmente vuoto da farci l’eco. Ecco, solo un caldo abbraccio potrebbe essere terapeutico. Quello della vostra nonna sicuramente l’ideale.
Passate da via Crema, dove, guardandovi intorno, scoprirete che maglioncini colorati hanno ricoperto i pali della luce. Maniche e affettuose manone in maglia hanno abbracciato interi alberi mentre origami in lana penzolano dai rami.
Non avete le allucinazioni, si tratta di un progetto ben preciso: Urban Knitting, Guerrilla Knitting e Yarn Bombing sono i diversi nomi utilizzati per identificare quella che oggi viene definita una nuova forma di arte urbana, espressione di un linguaggio contemporaneo. Comparsa per la prima volta nel 2004, a Den Helder, nei Paesi Bassi, si è successivamente diffusa in tutto il mondo. Un vero e proprio movimento artistico con un precursore: Madga Sayeg, signora che ha ispirato gruppi knitters di tutto il mondo che hanno decorato le principali metropoli.
Va già molto meglio. E la nonna me l’aveva sempre detto che sarebbe tornato utile sferruzzare.