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Interviste

L’Heritage di Francesca Villa

Intervista a Francesca, la quinta generazione di Villa Milano, gioielleria dalla tradizione centenaria

Francesca Villa, dopo gli studi classici e la Laurea in Lettere Moderne all’Università Cattolica, ha frequentato il Master in Comunicazione Pubblica Sociale e Politica allo IULM, per poi muovere i primi passi nel mondo della comunicazione nel reparto moda dell’ufficio stampa milanese Studio Re Public Relations. Nel 2012 la decisione di seguire la tradizione di famiglia ed entrare a far parte dell’azienda del papà Marco, titolare insieme al fratello Filippo della storica gioielleria Villa. A soli 25 anni, dopo la scomparsa del padre, avvenuta nel marzo 2014, affianca lo zio diventando socia dell’attività insieme alla sorella Alice (che al momento non lavora in negozio, intervenendo però in tutte le decisioni strategiche). Oggi Francesca rappresenta la quinta generazione di gioiellieri Villa e prosegue con entusiasmo e spirito d’innovazione la tradizione centenaria iniziata dal suo trisnonno Benvenuto.

Ci accoglie sorridente nel suo negozio, vero e proprio angolo di storia di Milano ubicato nella centralissima via Manzoni, sede dell’azienda di famiglia e sua seconda casa o, come ama definirlo, “un piccolo gioiello da custodire con cura”. E proprio di un luogo prezioso si tratta, dove ammirare pezzi unici e pietre dalle storie affascinanti.

Ciao Francesca, prima di tutto ti ringraziamo moltissimo per aver accettato di realizzare questa intervista e ti facciamo i complimenti per la tua meravigliosa attività. Siamo entusiasti di poterti fare qualche domanda personale e di conoscere il tuo punto di vista sulla nostra amata città.

Se dovessi raccontare il tuo lavoro in una frase o in poche parole, quali sceglieresti?
Le pietre emozionano. Quando vendo un gioiello, un pezzo unico del negozio creato dalle mani dei nostri orafi e incassatori, me ne separo per sempre. Mi piace vedere la gioia negli occhi di chi lo porta via, deve emozionarsi, innamorarsi e volerlo con passione. É solo allora che arriva la mia soddisfazione.

Qual’è secondo te la più grande sfida del tuo lavoro?
Essere all’altezza di mio padre e di mio zio, della quarta generazione della tradizione di famiglia.

Rappresenti la quinta generazione Villa. Quali sono le principali innovazioni di cui sei stata artefice in questi anni? Come vedi la gioielleria e come ti vedi tra 10 anni?
Mi sono occupata di progettare il nostro sito internet. Volevo rinnovare quello vecchio e farlo diventare un e-commerce. Mi sono iscritta al corso di gemmologia a giugno. Dieci anni sono troppi, non mi vergogno di dire che vado avanti quasi giorno per giorno.

I gioielli per te sono un affare di famiglia: com’è stato entrare a far parte di una vera e propria tradizione?
É stata una scelta a suo tempo azzardata, oserei dire, e ora è una strada che percorro con tantissimo entusiasmo. Questo vuol dire che è stata la scelta giusta!

Flawless Milano è una guida di lifestyle su Milano: come si inserisce la gioielleria nel contesto della città? Qual è la clientela più affezionata e quella a cui amate di più rivolgervi?
I nostri clienti storici da generazioni: prima i padri, ora i figli, un domani i nipoti.

La cosa che ami e quella che odi di più del tuo lavoro?
Amo vendere. L’appagamento che provo quando un cliente esce con un gioiello che gli piace mi dà una grandissima soddisfazione. Odio la burocrazia e le lungaggini amministrative, che purtroppo vanno fatte e sono io a dovermene occupare. Ma sono una persona ambiziosa e amo imparare cose nuove. Anche da una fattura export, dal problema con una banca, dagli stipendi che devo dare imparo ogni giorno qualcosa di nuovo. Un tassello in più che mi fa entrare nel vivo dell’azienda. E per quanto siano incombenze noiose e spesso snervanti, ogni volta che risolvo qualcosa o concludo un procedimento nuovo, ne esco carica e grintosa.

Hai qualche aneddoto particolare da raccontare?
Una ragazza lituana con book in mano entra in negozio durante la settimana della moda. Sono certa che si tratti di una visita giusto per guardarsi intorno, invece mi indica una collana con cuori di acquamarina. Ci sediamo e parliamo un po’, e mi spiega che sta cercando dei gioielli, una parure per il giorno del matrimonio. Il futuro marito le ha dato un budget altissimo e sta a lei scegliere e comprare i gioielli più indicati. Non ha trovato nulla che le piaccia, nemmeno nelle migliori gioiellerie. Si è innamorata della collana e chiede una piccola modifica che purtroppo non mi permetterebbe di spedirla in tempo nel piccolo paesino in Svizzera dove la cliente abita. Gliel’ho consegnata personalmente dopo aver guidato per 3 ore di macchina all’andata e 9 al ritorno a causa di un incidente, il giorno precedente al matrimonio: ha indossato abito e collana per me. Questo rende felici.

C’è un gioiello particolare tra quelli che vendete o tra i tuoi personali a cui sei particolarmente legata? Perché?
Un anello che chiesi al mio papà in regalo per il mio venticinquesimo compleanno quando ancora lavoravamo insieme. Il mio compleanno cade a gennaio e, poco prima di Natale, scelsi la pietra e la montatura e lo misi in lavorazione. Purtroppo venne pronto solo a fine marzo quando lui non c’era già più.

Se dovessi consigliare un gioiello, quale sceglieresti? Perché?
Un anello. Le mani per una donna sono sensuali, virtuose, vissute e accompagnano i movimenti più femminili. Lo considero l’estensione della femminilità di una donna.

Una tipologia di gioielli per i quali siete particolarmente famosi sono i gemelli. Che cosa rende così speciali i polsini Villa?
Sono gioielli da uomo. Uno dei pochi accessori che l’uomo può permettersi di indossare con l’abito, per dare colore e avere una personalità. Circa venticinque anni fa mio padre e mio zio decisero di destinare una delle uniche due vetrine di via Manzoni interamente ai polsini. Ai tempi fu davvero un’innovazione. Fino all’epoca eravamo stati una gioielleria per signore, e stavano proponendo un prodotto nuovo dedicato agli uomini. Da allora c’è sempre stato un altissimo interesse per i nostri polsini. Sono un regalo reiterabile nel tempo, grazie alla quantità di modelli, colori e materiali, con le diverse combinazioni.

Quali sono i gemelli più strani che hai venduto? A chi?
Ho venduto polsini con ammoniti, fossili, geodi, meteoriti. Ne abbiamo davvero per tutti i gusti e passioni.

Ci racconti la tua Milano in tre posti e perché?
I Giardini di Porta Venezia la mattina, con la luce fredda dell’inverno che penetra tra gli alberi e il rumore dei passi sulla ghiaia di chi cammina per i sentieri, di corsa, andando in ufficio.
Santa Maria delle Grazie. È un posto a me molto caro per un duplice motivo: ho frequentato per otto anni (tra scuola media e superiore) il Collegio San Carlo, che si affaccia sulla chiesa. Il funerale del mio papà è stato celebrato proprio lì, davanti allo stesso collegio che ai suoi tempi aveva frequentato anche lui. Quel giorno è stato speciale. C’era la piazza piena di persone che erano lì per lui e per noi.
Largo Richini, davanti ai portici dell’Università Statale, in primavera, con gli studenti seduti al sole.

13.Il tuo posto preferito a Milano per le seguenti occasioni:
Brunch Non lo faccio quasi mai, ma dovendone dare uno, Al fresco.
Pranzo – I panini di De Santis.
Aperitivo (e il tuo cocktail preferito) – Chiringuito di Santa Marta, Mojito con la vodka al posto del rum.
Cena – Langosteria 10, Basara.
Serata – L’ideale è una bella cena a casa di amici fino a tardi.
RelaxSimone Rubertelli in via Cosimo del Fante, il mio parrucchiere per eccellenza.
Sport – Pratico pilates e crossfit. Uno l’opposto dell’altro. Uno scarica le mie tensioni con un buon allenamento, l’altro mi rilassa, allunga e lavora sulla postura.

Weekend in città: ci racconti la tua giornata ideale?
Un bel weekend primaverile di golf nel mio circolo a pochi minuti da Milano. Tento sempre di allontanarmi dalla città appena posso. Devo staccare, cambiare aria.

Se un tuo amico straniero che non è mai stato a Milano arrivasse in città, dov’è che assolutamente non potrebbe non andare?
Un balletto alla Scala. Non potrebbe perderselo.

Una chicca per i nostri lettori: il tuo “angolo nascosto” preferito di Milano. Puoi svelarcelo?
Un angolo segreto: Vicolo dei Lavandai sui Navigli. È la Milano dei miei nonni, la Milano dei Navigli, dei loro racconti che porto con me.

Grazie ancora e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti! Complimenti vivissimi dalla redazione Flawless Milano.
Terminata l’intervista, dopo i saluti usciamo in una Milano soleggiata, i raggi di luce sembrano un’estensione dello scintillio di colori e sfumature delle pietre stupefacenti ammirate fino a un attimo prima, che ci hanno riempito gli occhi e il cuore di gioia. E oggi la nostra Milano pare splendere ancora un po’ di più.

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