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Halloween non è esattamente una festa italiana ma ormai è un po’ come se lo fosse. Non siamo nemmeno troppo sicuri di come celebrarla nel Bel Paese, dato che il classico “dolcetto o scherzetto”, ambientato in un condominio fra sciure e studenti universitari, risulta vagamente indigesto alla nostra cultura. Ma anche senza caramelle e scherzi tirati agli ignari vicini di casa, noi italiani sappiamo come festeggiare e così Halloween è diventato solo un’altra scusa per andare in discoteca con il viso bianco di cerone e travestimenti tanto divertenti quanto improbabili.
Ma dov’è la cara vecchia paura? Noi di Flawless Milano amiamo solo le cose più genuine e crediamo che prima di andare a ballare, durante la notte delle streghe, dovreste riscoprire com’è sentire un brivido corrervi per le ossa. Per questo abbiamo steso una lista dei cinque posti più spettrali di Milano: andateci in pellegrinaggio e scoprirete streghe arse vive, cimiteri nascosti di appestati, possessioni diaboliche, serial killer e chiese fatte di ossa umane.
LA CAPPELLA DEI MORTI DI PIAZZALE AQUILEIA
Piazzale Aquileia
Iniziate il vostro percorso in Piazzale Aquileia dove, all’imboccatura di viale S. Michele del Carso, troverete una strana struttura di pietra bianca decorata di teschi in cui si apre una grata. Se osservate all’interno della grata vedrete ciò che resta degli uomini, donne e bambini che la peste uccise quattrocento anni fa. Sopra la grata dell’ossario campeggia la scritta: “Ciò che sarete noi siamo adesso, chi si scorda di noi scorda se stesso” e un cumulo di ossa al suo interno.
Questa cappella è l’ultima reliquia di un cimitero dimenticato sopra il quale è costruita gran parte della zona di Corso Magenta fuori dalla cerchia dei bastioni. Lì, per tre secoli, si andavano a seppellire i morti, inclusi gli appestati e i condannati a morte. Si diceva che tra le lapidi del cimitero si aggirasse lo spettro senza riposo di Carlo Sala, un eretico e ladro che profanò una trentina di chiese prima di essere catturato e giustiziato e infine sepolto nel cimitero dimenticato. Ancora oggi c’è qualcuno che vede il suo fantasma: un uomo massiccio e senza vestiti con gli occhi fuori dalle orbite e la lingua penzoloni (Sala era infatti un frate che si spogliò del saio) che osserva i passanti di nascosto dietro i cespugli e i tronchi di piazzale Aquileia per avvicinarsi alle loro spalle e sussurrargli all’orecchio dove sia la sua sepoltura.
LA MADONNA DIABOLICA DELLA CAPPELLA PORTINARI
Piazza Sant’Eustorgio, 3
Dipinta da Vincenzo Foppa, la cappella Portinari è uno dei tesori di Sant’Eustorgio: un gioiello rinascimentale che custodisce, oltre alle reliquie dei Re Magi, il corpo del santo Pietro da Verona, ucciso con una coltellata alla testa da un eretico nel Medioevo. Fra i tanti miracoli attribuiti al santo c’è quello della “falsa Madonna”, episodio che Vincenzo Foppa affrescò sulla parete destra della cappella.
Secondo la leggenda, mentre celebrava la messa il santo si sarebbe accorto che il diavolo aveva assunto la forma di una statua della Madonna e la esorcizzò con un’ostia consacrata davanti alla quale il demone rivelò la sua vera forma e fuggì. Oggi questa storia è poco conosciuta e sono in molti a chiedersi cosa significhi quella Madonna sulla cui fronte spuntano corna di diavolo dipinta nella cappella di una chiesa che custodisce addirittura le reliquie di un santo.
IL PARCO INSANGUINATO
Parco delle Basiliche
Photo credit © Pinktrotters
Il Parco delle Basiliche e Piazza Vetra sono uno dei luoghi preferiti di chi abita o lavora vicino alle Colonne di S. Lorenzo, ma quello che molti turisti sdraiati al sole non sanno è che quella distesa d’erba e alberi, dove ora persino i bambini giocano, è stata il teatro di innumerevoli morti dai tempi più antichi. A dare il nome alla piazza furono i “vetraschi” cioè i conciatori di pelle che in un rigagnolo di quel piazzale, anticamente, scaricavano i liquami delle proprie botteghe. Sangue e resti animali erano disseminati per tutta la zona, dove l’umidità faceva salire nebbie densissime e e maleodoranti. Ma c’è di più perché è proprio nell’attuale piazza Vetra che avvenivano le esecuzioni capitali delle streghe e degli untori della peste, il più famoso dei quali fu Gian Giacomo Mora. Innumerevoli uomini e donne furono decapitati, impiccati e arsi vivi nell’attuale Parco delle Basiliche. E per molti anni quel terreno fu maledetto da quel sangue versato: zona di crimine e teatro di omicidi, il più famoso dei quali fu quello della “povera Rosetta della Colonnetta”, una giovane che venne barbaramente uccisa di fronte all’antica casa di Mora. L’ultimo dei luttuosi eventi avvenne negli anni ‘70 quando una sparatoria fra la polizia e la banda di Renato Vallanzasca lasciò a terra due morti.
L’OSSARIO DI SAN BERNARDINO
Via Verziere, 2
Costruito a metà ‘600, l’ossario di San Bernardino è monumentale e inquietante. L’edificio è a pianta quadrata e le sue pareti sono ricoperte di migliaia di teschi e ossa umane incassate nel marmo, che decorano le porte e i cornicioni. Sono le ossa di nobili e di assassini, di religiosi e di lebbrosi che furono riesumate dai cimiteri del circondario. Tutte sorvegliate dagli occhi vigili della Nostra Signora Dolorosa e sovrastate dalla monumentale volta affrescata. Questo macabro spettacolo apparteneva alla tradizione seicentesca del memento mori, cioè l’uso di contemplare i resti umani per riflettere sul senso della vita.
La leggenda vuole che la notte del 2 Novembre, lo scheletro di una bambina morta di lebbra si trascini fino al centro dell’Ossario e lì inizi a ballare spingendo pian piano tutti gli altri cadaveri a unirsi a lei in una folle danza macabra che causerebbe la follia dello sfortunato che vi assiste.
LA STRETTA BAGNERA
Via Bagnera
La Stretta, che si trova dietro via Torino, è famosa per due motivi: è la via più stretta di Milano ed è anche il luogo dove il primo serial killer italiano, Antonio Boggi, murò i cadaveri smembrati delle sue quattro vittime. Apparentemente un timido e bonario fochista, Boggi nascondeva un mostro dentro di sé. Uccise la prima volta a quarantanove anni, dopo un passato di comune truffatore: il cadavere della sua vittima fu fatto a pezzi e nascosto nello scantinato della sua casa, nella Stretta Bagnera.
Poi toccò alla padrona di casa, una donna anziana, la cui scomparsa attivò le ricerche dei carabinieri. Queste fece scoprire come Boggi avesse falsificato i testamenti della donna, prima della sua scomparsa, e fece venire a galla un tentato omicidio per cui aveva scontato tre mesi in un manicomio criminale. A questo punto alcuni testimoni affermarono di averlo visto armeggiare con strumenti da muratore nella cantina del suo palazzo. Quando esaminarono la cantina, i carabinieri trovarono i cadaveri smembrati nelle pareti. Boggi fu impiccato per questo, ma ancora oggi si dice che, l’8 Aprile, nell’anniversario della sua morte, il suo spirito graffi con unghie insanguinate i muri della via, alla ricerca della sepoltura delle sue vittime.