Andare in un ristorante stellato, prendere un piatto di pasta al pomodoro e una cotoletta e uscire felici si può? Sì, si può davvero. Sono quei sapori che legano all’infanzia ma che, se perfetti, diventano assolutamente flawless! L’ambiente del Ristorante Berton è serio, pulito, essenziale. Perfettamente inserito nel contesto delle nuove varesine, davvero non si capisce in quale metropoli europea ci si trovi in quel momento.
Appena arrivati, siamo accolti da un invitante entrè dalla cucina. Una sfera di tzatziki, da mangiare in un sol boccone, un panificato al pomodoro della consistenza della spugna con sopra sfere di gelato e un bocconcino di formaggio su letto di semi. Gustoso e divertente.
Intanto leggo e rileggo il menù di Berton e il cameriere porta una gigantesca clessidra di polvere gialla. Tutti i tavoli ne hanno una, di diversi colori. Perché, allo chef sta a cuore che l’esperienza offerta stia dentro un giro di clessidra. Non che il cliente debba aspettare troppo o troppo poco, ecco.
Il menù è ricco, il business lunch notevole e presentato benissimo. Ma io avevo letto di questa ricetta nuova, di una rivisitazione dello spaghetto al pomodoro, tiepido, su letto di patè di olive taggiasche. Non mi lascio tentare da null’altro. Il profumo è paradisiaco. Il sapore del pomodoro datterino è all’ennesima potenza. Non ho bisogno di mettere sopra parmigiano. È un piatto perfetto così.
Intanto arriva anche il business lunch, per i miei commensali, composto da un antipasto di pesce (seppia e calamaro abbrustolito sapientemente), da un primo (risotto al limone e vongole) e due secondi (un merluzzo grigliato con sfere di rabarbaro e maionese di pesce e da un pollo abbrustolito con cipolle).
Arriva anche il mio secondo: vitello alla milanese, cuore di iceberg, granulini semi duri di aceto balsamico, erbette e Grana Padano… cotoletta alta, tenera e rosata al centro. Il top! Ecco la milanese vera che troppo spesso manca nei ristoranti. Il tutto rinfrescato da un Merlot di Casteggio paradisiaco.
Dolce? Vedo passare un cestino di morbido fiordilatte con soufflé di cioccolato caldo, ma l’attesa di questo dolce (circa 25 minuti) mi fa desistere dall’ordinarlo. Dico al cameriere che la mia era proprio solo voglia di cioccolato e che “no, non importa sono a posto così”.
Quando arriva il dolce del menù (una mousse di nocciola con palline di gelato e una specie di torrone), il cameriere mi porta una tavoletta nera… è cioccolato soffiato con sopra palline di gelato alla menta e liquirizia. Squisito e gentilissima idea.
Come fate a non averlo ancora provato Ristorante Berton?