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10 itinerari da brivido per la notte di Halloween

Le origini antiche e celtiche di Milano custodiscono storie misteriose, fitte come la sua nebbia

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Milano è una città moderna, frettolosa e pratica che non ha tempo per le dicerie e per le leggende. Ma se volessimo ascoltare quell’affascinante e curioso incipit del “ma lo sai che qui..?” scopriremmo che in realtà le origini antiche e celtiche di Milano custodiscono storie misteriose, fitte come la sua nebbia, delle quali non sapremo mai quale sia il confine tra verità o fantasia. Storie che… sembrano proprio reali.

Ecco dunque il Ghost tour consigliato da Flawless Milano per chi, la notte di Halloween, fosse in cerca di brividi…

LA SPOSA DEL DUOMO

Piazza del Duomo

Itinerari da brivido per la notte di Halloween

Quante volte abbiamo visto coppie di novelli sposi immortalare il fatidico giorno del sì attraverso un servizio fotografico sul sagrato del Duomo? Si dice che quando questo accade, alle loro spalle compaia una misteriosa figura vestita di nero. Si tratta del fantasma di una certa Carlina, una giovane originaria di Schignano, vicino a Como, che in un freddo giorno di ottobre si sposò con il suo Renzino. Giunti in piazza del Duomo i giovani decisero di salire sulle terrazze per ammirare e venerare la Madonnina, ma le spettrali figure marmoree di diavoli, mostri e draghi che adornavano le guglie terrorizzarono la giovane a tal punto che all’improvviso lasciò la mano del neo marito e iniziò a correre all’impazzata fra statue e doccioni. Disorientata e nel panico imboccò una direzione sbagliata e cadde nel vuoto. Renzino la vide precipitare fino a sparire, avvolta dalla nebbia. Il corpo di Carlina non fu mai ritrovato.

LA DAMA VELATA

Parco Sempione

Itinerari da brivido per la notte di Halloween

Passeggiando in una gelida sera d’inverno a Parco Sempione, se sarete fortunati (o sfortunati?) avrete l’occasione di incontrare una figura leggiadra e magnetica dalle fattezze di una donna bellissima e dal profumo inebriante di violette, La dama velata. Coloro che l’hanno incontrata dall’Ottocento ad oggi sono rimasti ossessionati da lei, vittime di un amore folle. Rapiti dal suo fascino vi ritroverete a seguirla tra i viali fino a quando verrete condotti davanti al cancello di una grande villa. La dama vi condurrà all’interno dove, accompagnati da melodie ipnotiche, vi accompagnerà fino alla camera da letto. Qui inizierà a spogliarsi, e finalmente vi concederà di sollevare il velo sul viso, tenuto sempre nascosto… Ma appena lo farete l’orrore vi assalirà e vi spingerà a scappare il più veloce possibile: non scorderete mai il teschio con le orbite vuote che vi fissano a pochi centimetri dal volto.  

LA DOSOLINA IN BICICLETTA

Navigli

Itinerari da brivido per la notte di Halloween

Se siete in zona Navigli potreste vedere sfrecciare una donna in bicicletta: è la Dosolina dei Navigli, anche conosciuta come l’Angel dei poupon, l’angelo dei bambini. Dosolina era una bella ragazza originaria di un paese vicino a Sondrio che, innamoratasi di un operaio di passaggio, decise di sposarsi con lui e andare a vivere insieme a Milano. Ben presto però la favola finì e venne fuori la vera natura dell’uomo: obbligava la povera Dosolina a vendersi per mantenere la famiglia. La donna però un giorno riuscì a scappare e trovò rifugio da un’amica sui Navigli. Con l’arrivo della guerra la giovane iniziò a contrabbandare beni di prima necessità dalla Svizzera a Milano, finché una sera alla sua porta si presentarono due musicisti della Scala che le affidarono il loro neonato per salvarlo dallo sterminio, così nella sua gerla iniziò a trasportare bambini. Ma una notte di luna piena Dosolina venne raggiunta da un colpo secco di fucile. Si dice che spesso si intraveda un forte bagliore dorato lungo il Naviglio Grande, il Pavese o nel vicolo dei Lavandai: è Dosolina, che cerca bambini da portare con lei nella sua gerla foderata di luna.

GLI ABITANTI DEL CASTELLO SFORZESCO

Castello Sforzesco

Itinerari da brivido per la notte di Halloween

Il record di presenze paranormali in un solo posto è del Castello Sforzesco, il sito medievale per eccellenza in città. Qui si sono consumati i più torbidi intrighi, crudi omicidi e vili tradimenti. Se guardate all’esterno del castello potrete scovare Bianca Scappardone Visconti: la donna venne decapitata dopo aver istigato un suo amante ad assassinarne un altro. L’assassino come pegno di amore regalò a Bianca un’anfora contenente il sangue della vittima, e tutt’ora capita di vederla mentre beve il sangue dall’anfora… Sul ponte di uscita verso parco Sempione troviamo Ludovico il Moro che scappa con i suoi gioielli stretti nelle mani. Accanto alla fontanella dei leoni troviamo Bianca Sforza che intreccia ghirlande nuziali fatte di rovi, a memento della sua morte avvenuta durante la prima notte di nozze con Galeazzo Sanverino. Nel portico dell’elefante invece Isabella di Aragona corre concitata alla ricerca delle fiale di veleno che le permetteranno di sterminare gli Sforza. Affacciata alla finestra è possibile scorgere infine Beatrice d’Este che muore dissanguata dopo aver dato alla luce il proprio bambino esanime.

L’ARCHITETTO DELLA GALLERIA

Galleria Vittorio Emanuele

Itinerari da brivido per la notte di Halloween

La Galleria è uno dei luoghi più trafficati della città. Ci sono folle di turisti che ammirano i mosaici restaurati di recente, scaramantici che fanno la fila per fare un giro sulle parti basse del toro alla ricerca di fortuna e professionisti che la attraversano di fretta, dal Duomo alla Scala o viceversa. Ma alla sera tutto si calma, le saracinesche delle boutique si abbassano, i passanti sono rari e le luci creano una rifrazione quasi abbagliante. Qui se osservate con attenzione vi può capitare di incontrare Giuseppe Mengoni, architetto e progettista della Galleria. Mengoni, sfruttando vetro e metallo, i materiali più utilizzati all’epoca, progettò in Italia uno spazio all’avanguardia definito il “salotto di Milano”, sede della vita mondana cittadina, con i suoi caffè e i suoi ristoranti più chic. Disgraziatamente però, Mengoni non riuscì a vedere completata la sua opera più grande: morì il giorno prima dell’inaugurazione cadendo da un ponteggio. Da quel giorno funesto non ha più abbandonato il suo progetto più bello.

LA MALEDIZIONE DELL’ANTICO PALAZZO

Palazzo Imbonati

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La fama di Palazzo Imbonati in quanto luogo infestato dai fantasmi era ben nota già nell’Ottocento: Thomas de Quincey volle passare qui la notte per prendere l’ispirazione necessaria a scrivere il romanzo “Suspiria de Profundis”, in cui raccontò poi dei demoni che lo avevano tormentato. La storia di Palazzo Imbonati narra di una maledizione antica, lanciata per rabbia dalla giovane figlia degli Imbonati verso i suoi congiunti e la sua casa prima di lasciare il palazzo: la ragazza fu costretta a farsi monaca a causa degli interessi familiari. Da quella sera le notti in quel palazzo diventarono un incubo: rumori sinistri, strisciare di catene, figure luminescenti e fluttuanti che attraversavano i saloni. Fino a che un terribile incendio distrusse il palazzo. Anni dopo un discendente della famiglia fece restaurare il palazzo per ospitarci l’Accademia dei Trasformati, un’associazione artistico filosofica… Ma la maledizione si ripresentò, irremovibile, con spettri, rumori e luminescenze, osservabili ancora oggi.

LA DAMA CON L’ERMELLINO

Palazzo Carmagnola

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A due passi dal Duomo, nella centralissima via Broletto, troviamo Palazzo Carmagnola. Questo edificio fu regalato dal duca di Milano Ludovico il Moro alla sua amante preferita, la bellissima Cecilia Gallerani. Questo nome non vi dice niente? Proviamo così: la Dama con l’Ermellino. Sì, è proprio lei la protagonista del celebre dipinto di Leonardo il quale, insieme al Bramante, si occupò dell’abbellimento del palazzo stesso. Durante la permanenza di Cecilia, Palazzo Carmagnola divenne un salotto culturale, sede di numerosi incontri letterari con artisti e scrittori. La Gallerani però non smise mai di aspettare con pazienza il suo amato: si dice infatti che di sera, osservando attentamente in alto verso le finestre del Palazzo, si possa scorgere il fantasma della donna affacciato al davanzale, vestito della sola camicia da notte, in un’attesa senza fine dell’uomo che aveva tanto amato.

LA CIOCCA DI CAPELLI DI LUCREZIA BORGIA

Pinacoteca Ambrosiana

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Se c’è una famiglia che non ha bisogno di presentazioni, è quella dei Borgia, protagonista di vicende losche e inquietanti che hanno sconvolto l’Italia durante il Rinascimento. Lucrezia Borgia, figlia di Papa Alessandro VI, dopo i due matrimoni precedenti viene data in moglie ad Alfonso d’Este, signore di Ferrara. Proprio in questa città la donna conobbe il poeta Pietro Bembo: con lui strinse un’intensa e appassionata corrispondenza epistolare, tra le cui lettere è stata trovata poi una ciocca dei biondi capelli di Lucrezia, probabilmente un pegno d’amore verso lo scrittore. In molti sono rimasti ammaliati dalla bellezza della ciocca, tra cui Lord Byron e Gustave Flaubert, e dopo l’ interesse scatenato da Gabriele d’Annunzio, la ciocca fu posta in una teca di vetro all’interno della Pinacoteca Ambrosiana. Qui si aggira lo spirito di Lucrezia Borgia, in cerca della teca: durante la notte dei morti la nobildonna estrae la ciocca che le apparteneva, la lava e la pettina. Per questo motivo si è conservata ancora così morbida e lucida.

LE DONNE DI CORSO MONFORTE

Corso Monforte

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E’ tardi, in giro non c’è molta gente, si è alzata la nebbia e voi state sgambettando verso casa. Vi trovate dalle parti di corso Monforte e all’improvviso notate delle figure indistinte: lentamente, mentre procedono verso di voi, queste figure assumono le sembianze di donne e camminano in una triste e disperata processione. Di chi si tratta? Sono le mogli e le figlie dei Catari bruciati in un immenso rogo proprio in questa via. La storia narra che nel 1028 l’Arcivescovo di Milano Ariberto da Intimiano venne a conoscenza della comunità dei Catari, movimento religioso di ispirazione cristiana, che viveva a Monforte, paesino nelle Langhe. Intenzionato a vederci chiaro, l’arcivescovo si recò nel posto e in seguito all’incontro, ordinò di catturare tutti i Catari e portarli a Milano in quanto considerati eretici. Ariberto quindi fece piantare una grande croce da un lato della strada e appiccare un rogo dall’altro lato, costringendo così i Catari a scegliere tra il Credo delle Chiesa Cattolica o la dannazione eterna. Loro scelsero il rogo, vennero bruciati vivi in quella zona di Milano appena fuori le mura che è oggi Corso Monforte, che prese appunto il nome dal questo triste episodio di persecuzione religiosa.

L’UOMO DELLA TORRE

Piazza San Fedele

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In piazza San Fedele se fate silenzio rischiate di farvi venire la pelle d’oca sentendo le urla di un uomo che fu murato vivo nella torre del campanile della omonima chiesa.

Si dice che in questa notte i fantasmi escano dalle tombe per ripercorrere i fatti salienti delle loro esistenze, quindi occhio! Se un fantasma vi vedesse potrebbe anche decidere di portarvi con lui nelle fiamme eterne: portatevi una candela benedetta e accendetela, la sua fiamma vi proteggerà dagli spiriti. Ma come diceva una vecchia canzone “L’e’ el dí di mort, alegher!” Quindi godetevi un po’ di dolcezza sgranocchiando i oss di mort, dolcetti croccanti realizzati con mandorle e bianco d’uovo o assaporate il pan de mort preparato dai panettieri nella notte e nel quale si mette dell’uva passa per colmare i buchi creati dalle dita ossute dei defunti che cercano di agguantarlo! Brrr!

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