De Santis è per la nostra città una vera istituzione. Ma facciamo un passo indietro. La Milano degli anni ’80: una città che prova a buttarsi alle spalle gli anni di piombo, il terrore di piazza Fontana e della malavita, torna il gusto per il divertimento, l’economia a poco a poco risale, ottimismo e sprazzi di euforia si diffondono tra vari ceti sociali. Nasce la Milano da bere, quella degli aperitivi e del tiratardi, dei primi cocktail bar con successiva discoteca. Il ritmo del milanese – oggi chiamato Milanese Imbruttito mica per nulla – si fa sempre più frenetico, si torna poco a casa perché ciò che c’è fuori attira troppo. Nasce in questo momento storico, per esigenze pratiche ma non solo, il culto e di conseguenza il mito del panino. Un cibo che soddisfa la maggioranza di tipologia di fame e di persone a tutte le ore del giorno. Realizzato in mille modi diversi, con pani di tutti i tipi, grande medio piccolo. Si mangia velocemente in piedi ed è pratico: sporca poco e sazia per bene.
I paninari a oggi sono più che numerosi e ci sono picchi di qualità notevoli sparsi in ogni zona della città, ma quello storico è lui: De Santis. Oltre duecento ricette, prodotti di alta qualità e molte preparazioni caserecce che rendono ancora più unica questa esperienza. Il panino tradizionale prevede di base un salume, una verdura e/o un formaggio e una salsa. Perché non pensare anche a dei caprini aromatizzati? Alla cipolla, al basilico, al vino bianco. Forse solamente il tonno è sempre stato considerato un ingrediente forte e quasi jolly per molte ricette. Ma De Santis ci propone salmone affumicato, gamberetti, sgombro affumicato e non ne teme l’abbinamento con formaggi intensi quali gorgonzola o fontina e alle volte condisce il tutto con un goccio di Vodka. Il pane arriva a cottura parziale la quale viene ultimata solo al momento del confezionamento. Una vera delizia.
Quando frequentavo la Cattolica mi piaceva ogni tanto regalarmi un panino di De Santis, anche solo per immergermi per un’ora in quel corridoio stretto che a partire dalle 13:00 emana un odore di tostiera libidinoso. Qui amavo sfidare i ragazzi dietro il banco trovando un panino in lista che non ricordavano. Ahimè, non sono mai riuscita a fregarli. Ci provavo con il Masterago, un’opzione vegetariana davvero gustosa a base di pera, brie fuso, caprino al vino bianco, fontina fusa, rucola e salsa rosa e con il Nina: mortadella, crema di parmigiano, carciofini, pomodoro e sale. Il mio preferito però è sempre rimasto il Primavera: prosciutto crudo, caprino al basilico, tonno e salsa rosa. Fresco e sfizioso.
Anche se ci sono più sedi dove poter gustare De Santis, io vi consiglio l’originale e caratteristico localino di corso Magenta 9. Legno scuro, tutti i prodotti a vista, un paio di sgabelli su strada per la stagione estiva, un locale stretto e affollato… il posto giusto per vivere l’esperienza dell’originale panino d’autore.