Come riprendere fiato durante la corsa estenuante verso la ricerca della perfezione nel mondo del #food? Contro tutte le mode e le tendenze milanesi nell’ambito della ristorazione – le superfici patinate e l’esclusività, i menù sofisticati, le cocktail list d’avanguardia, la ricercatezza e l’etichetta “gourmet” su ogni prodotto – arriva Dinette, Cucina di ringhiera.
Il classico “posticino”, come lo si definirebbe tra amici. Il nome ci dice già tutto sulla semplicità che caratterizza l’ambiente così come la proposta gastronomica. Non so voi ma a me piace fare un passo indietro qualche volta. Venti coperti piuttosto vicini uno all’altro, una cucina casereccia, un canovaccio come tovagliolo e piatti semplici ma buoni, il tutto inserito in un contesto dal sapore vintage riscaldato da un camino posto al centro della sala.
Il menù non stupisce per innovazione, ma piace e appaga l’appetito. Non mancano le polpette al sugo, il vitello tonnato, una zuppa del giorno che varia, dei pici all’aglione con pecorino, briciole di pane e pancetta croccanti, maccheroncini con ‘nduja e stracciatella, pappardelle al ragù e una scelta inesauribile di crostate e torte fatte in casa.
Insomma avete capito, qui si viene per mangiare piatti caserecci nel rispecchio della stagionalità dei prodotti e per stare bene insieme. Molti piatti si possono avere in mezza porzione, richiesta particolarmente sgradita agli chef di cucine più sofisticate, che qui diventa vera e propria filosofia di ospitalità.
Questo per sottolineare lo spirito conviviale che caratterizza questo piccolo localino di via Fratelli Bronzetti, non a caso una zona molto residenziale e poco trendy. Qualora non vi sia possibile andarci in settimana, da un mese circa Dinette è aperto per il pranzo della domenica. Un menù fisso – che cambia settimanalmente – a un prezzo più che onesto con portate abbondanti che riscaldano gli animi e aiutano a combattere i freddi weekend invernali di chi resta in città. Buon appetito!
Photo credit: Andrea Martignano