Questo rumour aleggiava nell’aria già da tempo, ma solo ora ne abbiamo avuto la conferma, il capostipite dell’astrattismo Vasilij Kandinskij sbarca finalmente a Milano e sarà in mostra presso il Mudec, dal 15 marzo fino al 9 luglio.
La data è stata scelta ad hoc, in occasione del centenario della rivoluzione russa – che ebbe un forte impatto sull’animo dell’artista – e per celebrare i 150 anni ormai trascorsi dalla nascita di Vasilij. Anche riguardo alla location, nulla è stato lasciato al caso, anzi. La mostra ha come tema chiave il viaggio visto come avventura cognitiva, e la scelta è ricaduta proprio sul Museo delle culture (mudec) per il suo stretto rapporto con arte ed etnografia.
Saranno qui esposte 49 opere e 85 icone prodotte dall’artista a partire dall’infanzia, tutti lavori inediti e mai giunti prima in Italia. Il percorso della mostra ha dunque come centralità il pellegrinaggio, in parte interiore e personale, in parte reale da vedere come un vero e proprio viaggio fisico, che nel caso di Kandinskij inizia in Russia e ha come punto di arrivo la Germania. La prima fase di questo itinerario fantastico è legata proprio alla madre patria, in particolar modo al Governatorato di Vologda e a tutti quegli oggetti e tradizioni che facevano parte della quotidianità dell’artista.
Il cavaliere a cavallo rimane un tema ricorrente e trae origine dalle storie di folklore e dalle fiabe. Sempre presente anche il paesaggio invernale bianco e innevato e la forte influenza dettata dall’iconografia dei santi tipicamente ortodossa. Solo a inizio ‘900 l’artista decide di abbandonare la sua casa a Mosca per intraprendere un percorso impegnativo e irreversibile che lo farà giungere nella sua nuova terra, la Germania. Qui inizia il secondo e forse ancor più importante viaggio, ovvero quello verso l’astrattismo. Kandinskij era consapevole e spaventato dal grande materialismo che divampava tra la gente e sentiva la forte necessità di proporre un’alternativa ma soprattutto una via di fuga. Sentiva il bisogno di discostarsi dall’oggettività e dal semplice mondo delle apparenze, per aprirsi verso la vibrazione interiore.
L’astrattismo irrompe nella vita dell’artista come una folgorazione. Si racconta infatti che tutto sia partito dal fatto che Kandinskij vide un quadro rovesciato all’ interno del suo studio, di cui subito si innamorò. Quella semplice tela, che da principio sembrava non essere comprensibile, rappresentava in verità nuove figure del tutto soggettive e personali che da lì in poi sarebbero state alla base di tutti i suoi lavori. Grande importanza nonché influenza arrivò dalla musica, arte astratta per eccellenza, in particolare quella di Schonberg. L’artista infatti abbandona il dato reale e il visibile per dare vita a forme e colori che offriranno nuovi impulsi all’interno dell’animo umano al pari della sonorità della musica.
Tutto questo ha portato alla creazione di capolavori NON-oggettivi come il “Quadro con cerchio” che saranno visibili per la prima volta in Italia proprio al Mudec. I curatori della mostra Silvia Burini, Ada Masoero e Giuseppe Barbieri hanno inoltre reso possibile un’esperienza totalmente immersiva all’interno dello show grazie a strumenti di interazione multimediale e sale sonore.
In alcuni casi si dice che “le persone non fanno i viaggi ma sono i viaggi a fare le persone”, forse per Kandisnkij è andata proprio così e la sua arte ormai immortale, continua questo percorso giungendo oggi a Milano e domani chissà dove… vi consiglio di non mancare!