Metti un ragazzo olandese cresciuto a “pane&tulipani”, in una famiglia dove tutti, dai genitori ai cugini, si occupano di coltivazione ed esportazione di bulbi a livello internazionale. Metti l’idea di un campo “U-pick” (raccoglimi tu), modalità di raccolta diretta di prodotti stagionali da parte del consumatore, ben diffusa sia nel resto d’Europa che nei campi bio degli Stati Uniti. Metti una fidanzata con il pallino di trasferirsi in Italia. Nasce così, alle porte di Milano, il primo campo in Italia di raccolta diretta di questi meravigliosi fiori: “Tulipani Italiani”.
Un ettaro di terreno che racchiude 250.000 bulbi di 185 diversi colori e tipologie, un meraviglioso scorcio di colore che apre il cuore. Un luogo dove passeggiare, ammirare la natura, fare stupende fotografie e rilassarsi. E se vi venisse fame potrete anche godere di una tra le tante location golose nei dintorni.
Come funziona: previa prenotazione, obbligatoria nel fine settimana, è possibile accedere al campo muniti di forbici e cestino – direttamente forniti in loco – e si può passeggiare tra le file di tulipani e scegliere i propri al costo di 1,5€ a fiore. Si possono anche comporre i propri bouquet grazie a un’area dotata di tavoli, carta e nastri. Anche il costo dell’accesso è in “moneta-tulipano”: ovvero 3€ equivalenti a due tulipani. Accesso riservato a bipedi e non quadrupedi per evidenti ragioni pratiche.
Edwin e Nitsuhe si sono trasferiti a Cornaredo in autunno, hanno individuato il campo ideale, e per tutto il mese di novembre hanno piantato bulbi. Mentre i bulbi sonnecchiavano sotto terra si sono fatti conoscere e ben volere da tutto il paese. Inclusi i Carabinieri ai quali hanno piantato tulipani nel giardino della caserma.
La storia del tulipano ha origine da una struggente storia d’amore. In un villaggio della Persia viveva un artigiano di tappeti che aveva una figlia di nome Ferhad. I tappeti dell’uomo erano così belli che molti mercanti venivano dalla capitale, Isfahan, per comprarli. Mentre erano al villaggio, i mercanti decantavano le magnificenze della città e Shirin, il giovane apprendista promesso sposo di Ferhad, ascoltava con attenzione. Shirin era molto ambizioso e quando venne a sapere che nella capitale cercavano artigiani, decise di partire, promettendo a Ferhad di tornare presto per farla sua sposa. Passò molto tempo e poiché Shirin non tornava, Ferhad sellò un cavallo e partì per andarlo a cercare. Viaggiò a lungo e quando vide la città all’orizzonte era così stremata che cadde da cavallo, slogandosi una caviglia. L’animale fuggì e Ferhad fu costretta a proseguire trascinandosi a carponi. Le pietre aguzze, tuttavia, le provocarono ferite mortali e lei non arrivò mai a Isfahan. Ma la terra, bagnata del suo sangue e delle sue lacrime, generò grandi fiori rossi, a testimonianza del suo amore: i tulipani.
I tulipani sono tutt’ora il simbolo dell’amore, e in effetti ancor oggi in Iran gli innamorati si scambiano tulipani nelle occasioni speciali. Per molto tempo il tulipano rimase un segreto delle terre mediorientali dove cresceva spontaneo, poi arrivò in Turchia e proprio da lì nel 1554, fu scoperto dall’ambasciatore austriaco che lo portò a Vienna. In seguito arrivò dall’Austria fino a Parigi, dove divenne di moda, e infine in Olanda, dove fu oggetto di coltivazione intensiva. I bulbi venivano contrattati dai ricchi mercanti olandesi, e le più rilevanti di tali contrattazioni all’inizio si svolgevano nel palazzo del mercante Van der Burse, palazzo che si trasformò nella sede non soltanto del commercio dei tulipani, ma anche di altri prodotti. Derivò così dal nome di quel mercante la parola Borsa, che ancora oggi indica il luogo delle contrattazioni di azioni e valute.
Il tulipano conquistò tutti e divenne il fiore delle dame della nobiltà, tanto caro da far parte della dote delle ragazze che andavano spose. Ora tutto è pronto e dopo le piogge della scorsa settimana è confermata la data di apertura: 28 marzo fino al 7 aprile circa.
Noi non stiamo più nella pelle. O nei petali.