Ventura Contemporary Art Night è un evento che collezionisti e amanti dell’arte attendono con ansia: dà loro modo di passare una serata diversa, vedendo arte e scambiando pareri con gli artisti e addetti ai lavori con il grande vantaggio di cogliere in una singola sera le più diverse sfaccettature del panorama contemporaneo attuale, il tutto in un clima giovane e rilassato.
Giungere a Lambrate per l’inaugurazione della mostra “Charivari” di John Armleder lo scorso 18 Febbraio non é stato semplice come scendere a prendere l’aperitivo sotto casa ma, appena arrivata nelle due vie principali (Via Ventura e Via Massimiano), nelle quali tante gallerie – milanesi e non – hanno scelto di spostarsi, è stata senz’altro una bella scoperta. Nonostante il buio, mi è bastato seguire i numerosi gruppetti di persone all’entrata dei diversi edifici per orientarmi e la mia sorpresa è stata crescente nel vedere che quasi tutte le gallerie della zona hanno inaugurato quella stessa sera.
La mostra di Armleder presso la Galleria Massimo De Carlo – in corso fino al 28 Marzo – è sicuramente quella più “curata” ed è disposta sui due piani del meraviglioso edificio. Vengo subito attratta da una musica, per poi scoprire che la melodia è parte dell’installazione che accoglie il pubblico nella prima stanza. Una ventina di visitatori passeggiano disorientati all’interno di nuvole di fumo rosso-arancio provenienti da strutture scintillanti che scendono dal soffitto, cercando di ammirare le immense tele bicolori alle pareti. La sensazione è travolgente, in grado di stimolare tutti i sensi e farmi sentire parte del lavoro stesso. Entusiasta, proseguo e approfitto di quest’unica serata per visitare più gallerie possibili.
Entro in un’altra corte – che accoglie ben quattro gallerie – e riconosco un amico gallerista che mi dice aver fatto esporre a Lambrate un suo artista, proprio perché vede in questa occasione mondana un’ottima vetrina.
Le opere di Matteo Negri, artista della galleria ABC-Arte di Genova, benché sembrino prettamente decorative e facilmente apprezzabili, nascondono una loro storia sentimentale e alquanto nostalgica. Le sculture “Lego” e “Specchio”, laccate in colori pop come il rosso, il giallo e il blu raccontano la storia di una generazione, quella dell’artista e di tanti di noi, la cui infanzia è stata condivisa con il grande successo dei giochi prodotti industrialmente e distribuiti globalmente. “Kamigami” è il titolo di questa mostra in corso fino al 2 Aprile negli spazi della galleria Monopoli, in cui le forme riflesse si ripetono dando vita a possibilità spaziali infinite.
L’ultima mostra che consiglio di visitare – entro il 10 Aprile – è quella ospitata nella galleria Francesca Minini. È stato facile riconoscere i lavori sensazionali dell’artista Ali Kazma che ha esposto i suoi video alla scorsa Biennale di Venezia (la 55esima). Nonostante le dimensioni dello spazio siano ridotte rispetto a quelle del padiglione della Turchia, i grandi video della serie “Resistance” si fanno ancora più penetranti e inquietanti, nel piccolo spazio buio. La mostra è intitolata “Care” e ruota attorno all’idea dell’artista per cui il corpo umano, tramite comportamenti sociali e culturali e le nuove tecnologie, può essere liberato dai suoi limiti, prosperando, oppure essere costretto o controllato. I video di Kazma sono ritratti nei quali il corpo umano è al centro della performance piuttosto che il centro della performance stessa, come in “Tatoo”.
Giungo soddisfatta al termine della mia “gita fuori porta” a Lambrate, avendo potuto ammirare le opere di artisti di richiamo internazionale in maniera conviviale e poco snob. Grazie alla prossimità delle gallerie e al percorso reso più fluido dall’assenza di macchine (fuori dal caotico centro storico!) constatiamo finalmente con piacere che anche a Milano si è consolidato un piccolo Art District!