Girando l’angolo di via Serbelloni sembra di essere altrove. Non in un altrove qualunque ma, a nostra scelta, uno specchio d’acqua in Sudafrica, una palude in Sardegna, allo zoo, oppure… a una partita di cricket con la regina di cuori! E, proprio come Alice nel Paese delle Meraviglie, restiamo con la bocca spalancata sbirciando dietro a una maestosa cancellata, allo spettacolo del giardino dove vive una colonia di stupendi fenicotteri rosa che beatamente passeggiano soavi nella loro andatura, che starnazzano e che intraprendono scaramucce a colpo di becco o dormono beati in equilibrio su una zampa sola. Sono un miraggio che ci fa restare imbambolati a osservarli come novelli ornitologi.
Villa Invernizzi è collocata tra corso Venezia e via Cappuccini, dimora del cavalier Invernizzi – papà dei formaggini Mio – ora convertita in fondazione. Qui risiedono una dozzina di questi rari pennuti, tutti nati in cattività, i cui progenitori vennero importati dal Cile e dall’Africa. Sono animali longevi, alcuni di questi esemplari hanno raggiunto i 25 anni. Sono bestiole sociali che amano stare in gruppo ma allo stesso tempo sono riservati e timidi… assomigliano un po’ al carattere del milanese tipo.
La prima volta che li ho visti mi ci portò in vespa uno spasimante, per far colpo: già aveva capito che gli animali sono uno dei miei punti deboli. L’ultima volta invece ci ho portato la mia nipote d’elezione, Cecilia, la quale mi ha fatto una domanda arguta: “Ma zia, ma rimangono qui? Non volano via?” Come tante domande che fanno i bambini non sapevo cosa risponderle, poi la risposta è arrivata da sola: “No. Si vede che qui si trovano bene”.