Di recente ho avuto l’ennesima prova dello stretto legame tra arte e moda: un connubio che finisce quasi per diventare identitario. Passeggiavo in via Ponte Vetero, nel cuore di Brera, in una delle zone di Milano che preferisco: quella sorta di piccolo borgo dall’aria romantica; mi sono fermata davanti alle vetrine della boutique forte forte e quasi inevitabilmente mi è venuta in mente una mostra che ho visto non da molto a Ferrara, dedicata a Boldini, un pittore di fine ottocento che ha un legame strettissimo con la moda al punto che lo stesso Dior s’ ispirò a lui per una sua collezione Haute Couture, perché sapeva cogliere alla perfezione la bellezza della Belle Époque.
Ho pensato proprio ai suoi quadri una volta davanti al civico 1. Il brand è sinonimo di made in Italy e la storia è tutta legata alla famiglia Forte: i due fratelli Giada e Paolo Forte nel 2002, partendo da una piccola collezione di t-shirt rifinite a mano, dal Veneto hanno conquistato il panorama della moda internazionale con due boutique monomarca, a Milano e Parigi, ottenendo un grande successo anche nel mercato di Europa, Giappone e Stati Uniti. forte forte nasce dalla voglia di estendere il valore dell’attenzione ai particolari: sono questi, soprattutto in un campo come la moda, a fare la differenza.
Gli stimoli e le memorie dell’infanzia in Veneto si riflettono in questo mondo visionario e onirico dove i due pilastri cardine sono la creazione dei tessuti e la ricerca dei colori. Il nome stesso rappresenta un ulteriore elemento identitario, il cognome di famiglia, le origini, ripetuto due volte, e scritto sull’insegna in font piccolo, per contrastare le ostentazioni e tutto ciò che in questa epoca viene (forse troppo) gridato. forte forte, a dispetto del significato che ha comunemente questo aggettivo, è qualcosa di sussurrato ma che lascia il segno.
La donna a cui si rivolge la Maison è una donna libera. Come tiene a precisare Giada Forte, anima stilistica del progetto, l’obiettivo è mettere in primo piano l’emotività di chi indossa i suoi abiti. E questo significa libertà: libertà di essere sè stessi senza costrizioni, e proprio per questa ragione gli abiti sono fluidi, abbracciano e accompagnano i movimenti del corpo. Per una donna curiosa, viaggiatrice, che non perde mai raffinatezza e sensibilità, conservando un’eleganza senza tempo.
I tessuti sono lavorati finemente; qui potrete trovare pantaloni di lino, vestiti e camicie di seta con stampe acquerello, jacquard coat, kimono, slipper in nappa, giacche stutturate, lino effetto lurex, chiffon di seta, abiti bustier in viscosa lucida, e ancora, accessori oro con dettagli che richiamano il mare, come conchiglie e perle, o addirittura piccole borse in pelle di serpente.
Un’attenzione merita poi lo showroom di Milano, progettato da Robert Vattilana, art director della Maison e compagno di Giada Forte, nonché colui che traduce in immagini e geometrie la visione dei due fratelli. Quello nel capoluogo meneghino è uno spazio narrativo, un luogo luminoso, dalle tonalità chiare, fatto di elementi di design strategicamente posizionati per solleticare la curiosità del cliente, senza fargli mai distogliere l’attenzione dagli abiti, – veri protagonisti del setting.
Un indirizzo in cui abbandonare le costrizioni di tutti i giorni e sentirsi liberi di essere in armonia con il proprio corpo e la propria bellezza.