Chi mi conosce lo sa: per me non esiste altra pizza all’infuori della margherita. Prima di ordinare leggo sempre il menù con grande attenzione, incuriosita dalle tante varianti proposte, ma alla fine la mia scelta è sempre la stessa. Perché la pizza, per me, ha il sapore di pomodoro, mozzarella, olio extravergine d’oliva e basilico. Nient’altro. Ebbene, ho finalmente trovato un locale capace di dare varietà alla mia monotonia: si chiama Lievità e si trova al numero 11 della graziosissima via Ravizza.
Qui le pizze margherita in menù sono addirittura nove, ognuna con una diversa varietà di pomodoro: dal classico San Marzano al Piennolo, fino ai pomodorini neri Kumato e ai gialli del Vesuvio, abbinati alcuni al fiordilatte di Agerola, altri alla mozzarella di bufala campana DOP, altri ancora alla provola affumicata. Perché ogni pomodoro ha il suo grado di acidità e dolcezza e, per esaltarlo al meglio, è fondamentale associarlo agli ingredienti giusti.
Si autodefinisce “Pizzeria Gourmet” e senza alcun dubbio lo è. La qualità delle materie prime è eccellente e il gusto strepitoso. Il fiore all’occhiello è l’impasto: farina semi-integrale di tipo 1 tutta la settimana e integrale la domenica, lavorate a pietra con lievito madre autoprodotto dalla macerazione di fichi e 24-48h di lievitazione, come vuole la vera tradizione napoletana. Il risultato è una pasta come non ne avevo mai assaggiate a Milano, gonfia ma non collosa, ben cotta e croccante.
Non solo margherita ovviamente. Per palati raffinati e curiosi ci sono le pizze “Gourmet estreme”, come la Brontese con pesto di pistacchi di Bronte, fiordilatte di Agerola, parmigiano reggiano Dop 24 mesi, limone di Sorrento Igp, e basilico o la Ficardo con fichi del Cilento, lardo al basilico genovese DOP, fiordilatte di Agerola e basilico. E se ancora non aveste trovato la vostra, provate con le pizze “special” fuori menù: sono sempre disponibili una o due scelte in base agli ingredienti stagionali disponibili.
Il locale è piccolo e accogliente, ovviamente con forno a legna a vista. Un po’ rumoroso, ma quel tanto che basta per trasmettere vivacità senza risultare fastidioso. L’arredamento è moderno, curato ma essenziale, perché qui l’unica protagonista è la pizza, il resto è solo contorno. Certo non sfigurano le birre artigianali proposte in accompagnamento, del birrificio Baladin (n°1 in Italia), né i dolci fatti in casa che variano a seconda della disponibilità. Ultima ma non meno importante chicca: il dehor esterno, perfetto da aprile a ottobre e comunque utilizzabile anche nei mesi più freddi grazie ai funghi e alle coperte Lievità.
Per darvi l’idea della bontà di questa pizza, uscendo dal locale già pensavo a quale variante di margherita assaggiare la prossima volta! Grazie alla famiglia D’Angelo (sì, la stessa dell’hamburgeria Trita!) e all’impeccabile Giorgio Caruso, maestro pizzaiolo giunto apposta da Caserta, per aver portato a Milano la pizzeria più buona della città!