Entrando nella hall dell’hotel ME Milan il Duca, la vista e l’olfatto sono i sensi più veloci a entrare in fibrillazione. Il primo, constatando la raffinatezza degli arredi e la luce dorata avvolgente che ti invita a entrare; il secondo per quegli aromi delicatissimi di cui è pervaso l’ingresso. Nell’hôtellerie, in questo senso, sono dei maestri, non c’è che dire. Una hostess professionale e con un bel sorriso verifica la disponibilità dei posti al banco o a sedere, è possibile riservare solo per cena, aperitivo escluso. La fortuna questa volta è con noi e pertanto prendiamo l’ascensore: decimo piano, Radio Rooftop Bar.
Sul sito si legge che “Radio è un day-to-night, high energy, cocktail lounge rooftop bar”. Io lo definirei semplicemente uno dei posti più fighi di Milano (passatemi il termine!). Un cocktail bar moderno, dalle tonalità minimal di cui non ci si stanca mai – antracite, panna, marroni scuri – arricchito da una vista mozzafiato sul nuovo distretto di Porta Nuova – Varesine.
La prima cosa che mi spinge a dire “bravi!” è la musica. La musica, in un locale, è fondamentale. E si deve sentire. Una deephouse morbida come in questo caso è perfetta e attenzione, qui si parla senza urlare ma la musica abbraccia, scalda e fa atmosfera. I clienti sono prevalentemente stranieri ma si nota un buon mix tra business e luxury living, ciò che conta nel complesso è che si respira aria internazionale. E questo ci piace. Un altro aspetto, non scontato, è la professionalità dello staff: nessuno sguardo snob né spocchia nel rapportarsi al cliente, dettagli che negli ambienti di lusso purtroppo a volte si perdono.
Sono circa le 21:00 di una giornata di fine giugno che volge al tramonto e destino vuole che ci capiti un tavolo con vista (!). Cocktail list ampia e non troppo sofisticata, adatta a una clientela variegata. Si passa dai cavalli di battaglia come Aviation e Vesper Martini a qualche twist sui classici come vari gin tonic, e una piccola scelta di drink firmati Radio. Non mancano bianchi, rossi, rosé e champagne, of course.
Dopo una serie di sfiziosi amuse-bouche di cortesia non si può non provare qualche piattino. E qui la scelta si fa dura perché il menu, studiato dallo Chef Adriano Venturini, è davvero molto ricco: dal finger food disponibile quasi tutto il giorno, a piccoli assaggi che abbracciano più continenti. Mini burger di Wagyu, ceviche di ricciola, polpo alla piastra, maccheroncini all’arrabbiata, tajine di pollo speziato, tonno tataki, Caesar salad. Tante piccole porzioni da condividere e con le quali spaziare tra i gusti. Alcune ricette perfettamente riuscite altre più scontate, una buona forchetta di prezzo in cui orientarsi.
Quando si riprende l’ascensore si torna alla realtà, consapevoli che lassù, per qualche ora, si è fatto un piccolo blitz a Hong Kong.