Dall’incontro tra un amante della gastronomia quale Pietro Caroli e il giovane e straripante chef Diego Rossi (1985) nasce Trippa, una trattoria “come una volta” ma con una marcia in più.
Arredi semplici anni sessanta di color senape e mattone, pochi tavoli, un discreto vociare e profumi intensi. L’ingresso di Trippa non è trionfale ma in questa semplicità spiccano alcuni piccoli dettagli di qualità: una cucina scintillante, un bancone con qualche posto con una vista privilegiata sulle preparazioni – bella idea per una trattoria – e una macchina del caffè Marzocco.
Il menu è ridotto all’osso, si contano all’incirca tre piatti per ogni tipologia – antipasti, primi, secondi – ma numerosi ed estremamente variegati sono i fuori carta. Tra i piatti proposti si nota come lo chef sia forte di una formazione tra ristoranti stellati e alta cucina che cerca di riproporre in piatti caserecci, unicamente stagionali, più divertenti sia da cucinare che da gustare.
Proviamo pertanto il più chiacchierato vitello tonnato di Milano: assolutamente nessun difetto da segnalare. Continuiamo con della trippa fritta, vi assicuro che è valso superare la mia repulsione verso le frattaglie… ottima! Si procede con tagliatelle fresche fatte in casa con ragù di fagianella e un favoloso cotechino accompagnato dalle lenticchie di Castelluccio. Le lenticchie sono uno spettacolo e il ragù delicato con una nota leggera di selvaggina.
Ciò che conferisce a Trippa una marcia in più rispetto ai concorrenti – compresi gli indirizzi conosciuti della vicina via Muratori – è l’atmosfera. Oltre a Pietro, che dirige la sala con grande disinvoltura, un plauso speciale va alle altre figure che lavorano con lui e che riescono a fornire un servizio attento, paziente e dotato di grande humour, caratteristica rara e preziosa. Ne consegue una professionalità senza spocchia né fronzoli, dove per ogni cliente viene individuato il piatto migliore e il vino più adatto da abbinarvi.
Materie prime di altissima qualità, conoscenza diretta dei produttori e massima consapevolezza di cosa si sta proponendo fanno il resto. Questa è la sfida dello chef Diego Rossi che riesce appieno nel suo intento: soddisfare il cliente e trasmettere un valore. A fine pasto Diego non nega una chiacchiera ai clienti e, che ci si conosca molto o affatto come nel mio caso, sono queste piccole concessioni da parte di “chi sta dietro” che fanno la differenza e ti invogliano a tornare.
L’indirizzo giusto dove assaggiare una buona cucina, sentirsi a casa e in cui scoprire ogni volta un pezzo nuovo di tradizione italiana.